
Adattamento e messa in voce di Gaetano Marino. Musiche di Simon Balestrazzi

Tutte le fortune a Memmo Viola! E se le meritava davvero quel buon Memmone, che cacciava le mosche allo stesso modo con cui guardava la moglie, cioè con l’aria di dire: – Ma perché v’ostinate, santo Dio, a molestarmi cosí? Non sapete già, che non riuscirete mai a farmi stizzire? E dunque sciò, care; sciò! Le mosche, la moglie, tutte le noje piccole e grandi della vita, le ingiustizie della sorte, le malignità degli uomini, le stesse sofferenze corporali, non avrebbero potuto mai alterare la sua stanca placidità, né scuoterlo da quella specie di perpetuo letargo filosofico, che gli stava nei grossi occhi verdastri e gli ansimava nel nasone tra i peli dei baffi arruffati e quelli che gli uscivano a cespugli dalle narici.